Un cittadino africano ha molestato una donna avvicinandosi e palpeggiandola nei pressi del sottopasso di Sant’Antonio a Bari. A seguito della molestia, l’uomo è stato avvicinato da alcuni agenti di Polizia. Il migrante, invece che calmarsi ha inveito contro gli agenti, prendendo persino a pugni uno dei pubblici ufficiali. Trasportato in Questura, riportano anche alcuni quotidiani, l’uomo ha proseguito le aggressioni ai poliziotti con calci, pugni e anche alcuni sputi. Uno degli agenti ha cercato di bloccare il migrante con un dissuasore spray al peperoncino. Il migrante ha poi aggredito un secondo agente di Polizia, ferito all’orecchio.
Per questo, Doumbia Ndaye, 35enne ghanese senza fissa dimora, è stato arrestato con l’accusa di violenza sessuale, resistenza a pubblico ufficiale, lesioni aggravate e rifiuti di identificarsi dopo la richiesta dei pubblici ufficiali. I due agenti hanno riportato lesioni guaribili tra i 10 e i 20 giorni, mentre il 35enne è ora in carcere.
Si tratterebbe dell’ennesimo episodio che forse accomuna una triste realtà: quella di soggetti provenienti da altri paesi del mondo spaesati, vittime di degrado sociale che a loro volta si trasformano al contempo autori di illeciti e vili aggressioni ai danni di persone indifese. Lo scorso maggio un 20enne eritreo aveva aggredito una donna rubandole uno smartphone. Nei primi di luglio 2017, un migrante, dopo esser divenuto popolare per aver passeggiato completamente nudo sulla spiaggia di Pane e Pomodoro, ha aggredito un’assistente sociale e in seguito si è denudato per strada davanti ad alcuni minorenni. Anche in questo caso vi fu resistenza ai Vigili Urbani e si scoprì persino che l’uomo è a Bari perché respinto dalla Germania.
E ancora: lo scorso luglio un migrante aveva molestato una donna a Bari in pieno centro, scatenando una rissa. Stando alle ricostruzioni, in quel caso, l’uomo non aveva nemmeno il permesso di soggiorno. A pochi km di distanza dal capoluogo pugliese, a Gioia del Colle, una donna anziana era stata stuprata ed aggredita brutalmente da un migrante dopo che questo le aveva proposto di trasportare la spesa sino a casa. Ci sarebbe da chiedersi se questi migranti fossero o meno ospiti nelle sedi di associazioni e cooperative che spesso usufruiscono anche di notevoli fondi europei per accoglierli. Ovviamente non ci riferiamo a chi svolge adeguatamente il proprio lavoro, ma è anche evidente come questa gente sia troppo spesso abbandonata a se stessa in situazione che talvolta sfocia nel degrado sociale che poi troppo spesso sfiorano potenziali tragedie. Ci sarebbe anche da chiedersi se forse non sarebbe opportuno che sia lo Stato ad occuparsi di questi migranti piuttosto che di “cooperative” private.