Puglia: i morti dello schiavismo mascherato da finta integrazione. Il problema non è accogliere, è la fase successiva: la giustizia (che manca anche ai lavoratori italiani)

Era soltanto il 4 agosto quando la prima grande tragedia nel foggiano vide la morte di quattro persone a bordo di un camion carico di pomodori. Le vittime erano tutti migranti africani. Ieri l’ennesima tragedia: dodici persone di origini africane sono decedute in Puglia per un incidente non tanto differente.

Migranti che in alcuni casi si svegliano alle tre di notte per andare al lavoro. Tra le ipotesi delle cause dell’incidente, dunque, anche un possibile colpo di sonno. Una cosa è certa: questa non è “accoglienza” e nemmeno “integrazione”: è l’ennesima dimostrazione di un sistema che ci vuole schiavi. Li dove mancano schiavi pugliesi, spuntano quelli provenienti da altri paesi. Ognuno dovrebbe essere libero di restare nel proprio paese di origine, trovarsi li un lavoro dignitoso ed una famiglia e venire negli altri paesi solo per curiosità o per fare un’esperienza differente. Non per morire.

Alla luce di questi tragici episodi emerge un quadro abbastanza chiaro: il problema vero non è quello di accogliere e nemmeno quello di integrare, ma piuttosto assicurare una giustizia a queste persone. Una giustizia che spesso manca anche per i braccianti italiani. Se questo non può essere garantito, allora sarebbe più giusto che questa gente possa essere aiutata nel proprio luogo di origine in modo da evitare esodi tragici e trattamenti disumani che sfociano poi in queste tragedie.

Forse per qualcuno questi defunti rappresentavano soltanto numeri, risorse da spremere sino all’ultima goccia pur di risparmiare per fare concorrenza ad un mercato globale sempre più propenso a svendere i nostri prodotti costringendo così i produttori a risparmiare sempre più sulla manodopera. Un cane che si morde la cosa sempre più tragicamente e in maniera sempre più inutile, insensata e selvaggia, quasi come ai tempi delle navi negriere. Anche se non ci sentiamo particolarmente religiosi, vogliamo esprimere un pensiero di preghiera nei confronti di chi è morto cercando un mondo migliore che invece, purtroppo, è risultato tragicamente avaro.